Per la ricetta della panissa genovese, che sto per proporvi, mi sono affidata alla mia amica Claudia, Balconcina della prima ora. Lei che in un’altra vita deve essere stata un gatto dell’antico Egitto o il cuoco di un reggimento affamato.
E di entrambe le vite ha ancora tracce ben evidenti.
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Se passate dal suo blog, preparatevi a sbavare e ad innamorarvi dei suoi 3 gatti: Toby, Miou e il gigantesco Bignè!
La panissa ligure, che ho conosciuto grazie a lei, è la cugina emigrata al nord delle panelle. Si tratta, fondamentalmente, di una “polenta di ceci”, fatta freddare e poi tagliata e fritta. Vi ricorda niente?
Ho scoperto che esiste anche la panissa piemontese, che non ha niente in comune con questa, poichè si tratta di un risotto (paniscia in dialetto)
Claudia ce la preparò anche in un’altra versione da leccarsi i baffi: ripassata in padella e condita con la cipolla. Una libidine, non aggiungo altro.
Per questa volta, facciamoci del male alla linea e del bene all’umore con la versione fritta, quindi se volete sapere come si fa la panissa, non vi resta che leggere!
Panissa ligure ricetta della tradizione
Gli ingredienti
- 900 di acqua
- 300 gr di farina di ceci
- 10 gr di sale grosso
- 1 cucchiaio di olio extra vergine d’oliva
- olio di semi per friggere
Come si fa la panissa ligure
- Cominciamo col mettere sul fuoco l’acqua salata e l’olio poi, mescolando. va aggiunta la farina di ceci poca per volta sempre mescolando: prima con la frusta e poi con il cucchiaio di legno.
- Dopo un’oretta, si otterrà una sorta di polenta ben densa.
- Versare il composto su tre piatti fondi bagnati.
- Freddandosi si solidificherà, toglierla dal piatto, avvolgerla nella pellicola e riporla in frigo. Claudia suggerisce di tenerlo in frigo 2 giorni per farlo asciugare bene ma si può operare già dopo mezza giornata, se il piatto di panissa è ben solidificato ed asciutto
- Passati i due giorni (o, comunque quando è dura), tagliare a listarelle e friggere in olio profondo come le patatine
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